Discorso del Sindaco di inaugurazione della Fiera

Discorso del Sindaco di apertura della 833° edizione della Fiera dei Mussi.

Buongiorno a tutti.

Buon giorno ai visitatori, agli espositori, a chi sta lavorando per offrire accoglienza e sicurezza.

Buon giorno agli amici che hanno accettato l’invito di far festa oggi con la comunità di Trebaseleghe.

Il saluto di apertura è uno dei momenti più difficili perché c’è il rischio di dimenticare qualcuno e, vi garantisco, ciascun invitato a questa nostra festa è stato chiamato avendo noi in testa non solo un ruolo, non solo il rappresentante di una categoria o di un’associazione, ma una persona con un volto e un nome; una persona con la quale abbiamo a che fare, con la quale intessiamo relazioni la cui componente umana è sempre molto significativa. Almeno per me.

Abbiamo invitato (e l’ho ricordato anche gli anni scorsi) persone con le quali gestiamo al meglio delle nostre possibilità le politiche, i progetti, gli interventi che riguardano i cittadini del nostro comune.

Ringrazio

il Presidente del Consiglio dei Ministri,

il Presidente del Senato della Repubblica,

i rappresentanti del Parlamento,

della Giunta e  del Consiglio Regionale del Veneto

e della provincia di Padova

i rappresentanti delle Forze dell’Ordine,

i Responsabili Religiosi,

i rappresentanti delle Associazioni di categoria.

Un grazie specialissimo ai colleghi sindaci e amministratori comunali del territorio che ha allargato i confini oltre l’ambito della Federazione e dell’Alta Padovana fino a Scorzè, Padova, Castelfranco V.to… In questo ambito un saluto specialissimo a Maria Rosa Pavanetto Sindaco di Mirano e Presidente dell’ANCI Veneto.

Particolarmente gradito, mi è giunto un saluto, come al solito affettuoso, del nostro Governatore Luca Zaia.

E ora, due parole su questa nostra Fiera.

Una Fiera che ha più di 833 anni è un dono grande.

Generazioni che ne hanno gelosamente custodito la memoria attraverso tempi e vicende spesso duri e pieni di fatiche.

Una Fiera che ha 833 anni è anche una grossa responsabilità.

Non basta infatti continuare in qualche modo a riempire degli spazi.

Bisogna ascoltarla.

Le edizioni degli anni scorsi ci parlavano di crisi, di un’economia dentro un tunnel del quale non si intravedeva l’uscita, ci parlavano di povertà, di famiglie senza redditi.

L’abbiamo sentito tutti il grido di disperazione di tanti papà che non sapevano come sbarcare il lunario e di imprenditori che avevano perso la speranza e a volte la vita.

Altrettanto potente ma muta, pudìca, trattenuta, la seria preoccupazione delle pubbliche amministrazioni impegnate ed obbligate, spesso in modo iniquo, a partecipare al risanamento della finanza pubblica.

Cosa ci dice la Fiera del 2017?

Io ho provato ad ascoltarla.

Sullo sfondo le stesse difficoltà del passato.

Ma ci son anche elementi di novità.

Una ripresina che sembra lentamente (troppo lentamente) consolidarsi? SI’ questo c’è.

La cartina di tornasole è l’edilizia che manifesta, anche localmente, qualche timido segnale di risveglio.

Ma oggi celebriamo una Fiera che ha l’Agricoltura nel proprio DNA.

E pensando a questo ambito dobbiamo pesantemente denunciare, ancora una volta, che questo settore vivo e vitale, strategico e culturalmente nostro, viene da tempo mortificato da norme e prassi devastanti non di rado elaborate a livello europeo.

A volte si ha l’impressione vengano derisi il lavoro, il coraggio, gli investimenti degli imprenditori agricoli e soprattutto la qualità dei nostri prodotti; come pure viene svalutato l’altissimo livello della sicurezza alimentare garantito dalle nostre produzioni agroalimentari.

E analoga riflessione va fatta per l’artigianato, il mondo produttivo e il commercio.

Ma questa Fiera ci invita anche a guardare avanti scommettendo sulle persone e su alcune opportunità che il futuro ci riserva.

In primo luogo IL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA.

Da cittadino veneto che ama l’Italia non mi nascondo dietro un comodo silenzio.

Da cittadino veneto dico

che andrò a votare,

che voterò SÌ

Da cittadino veneto

invito ad andare a votare

e, nel rispetto delle posizioni di ognuno, invito a votare SÌ.

Perché questo è e deve essere il referendum dei veneti, di tutti i veneti; senza se, senza ma e senza giochetti pretestuosi.

Perché è una scelta di alto valore politico (non partitico) che può essere efficace solo se i numeri diranno con chiarezza che noi veneti vogliamo beneficiare di una parte importante del benessere che le nostre imprese e i nostri contribuenti creano ogni giorno.

In questi anni difficili i nostri comuni hanno cercato di mantenere quantitativamente e qualitativamente i servizi offerti ai cittadini e sostanzialmente ci sono riusciti.

Per Trebaseleghe questo significa, per esempio,

investire          180.000 € all’anno nel trasporto scolastico,

334.000 € per le funzioni sociali trasferite all’Ulss,

265.000 € per le 4 scuole dell’infanzia parrocchiali.

Garantire tutto questo in questi anni è stato politicamente, amministrativamente, tecnicamente difficilissimo. Ma è stato fatto perché siamo convinti che siano scelte giuste anzi qualificanti.

Visto che siamo qui a parlare apertamente, parliamo dell’adeguamento dei trasferimenti all’Ulss delle quote per il sociale.

Fatto salvo il corretto conteggio tecnico sugli adeguamenti, dobbiamo parlare chiaro davanti ai cittadini e dobbiamo dire che ognuno deve fare la sua parte.

Noi sindaci dobbiamo probabilmente fare una nostra parte di sforzo, ma uno sforzo che deve essere compatibile con i nostri scarni bilanci.

L’Ulss deve proseguire ed intensificare sul percorso di razionalizzazione e di contenimento dei costi che abbiamo recentemente condiviso.

La Regione deve considerare la specificità dell’ex Ulss 15.

Mantenendo un bilancio in equilibrio e sano è riuscita, nel tempo, ad offrire eccellenti servizi sia livello sanitario che a livello sociale tanto da essere classificata come la più virtuosa d’Italia. E non è pensabile un cambiamento drastico nelle modalità di gestione di una realtà sociosanitaria che, lo ripeto, si era distinta nel tempo per efficienza ed efficacia.

Ma sono certo che facendo squadra, come sempre abbiamo fatto, potremo superare anche questo ostacolo che ora ci sembra una montagna invalicabile e ci preoccupa molto.

Anche l’organizzazione di una manifestazione come la Fiera potrebbe sembrare comunque una montagna invalicabile sottoposta com’è a continue novità normative e a vincoli sempre nuovi (basti pensare all’aspetto della sicurezza); organizzare manifestazioni come questa rimarrebbe una montagna invalicabile se non ci fossero i nostri splendidi volontari.

A Trebaseleghe, come ovunque questa parte bella e generosa delle nostre comunità ci rassicura per il presente e per il futuro.

Noi sindaci sappiamo che con cittadini così straordinari, non possiamo temere né il meteo né le difficoltà che la storia fa incontrare.

Grazie a tutti.
Buona Fiera a tutti.

Il Sindaco Lorenzo Zanon